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martedì 10 luglio 2012

Sun Tzu - L'arte della Guerra

Nel XX secolo, gli occidentali cominciavano a conoscere uno dei più importanti libri della cultura cinese, chiamata “Sun Tzu – L’arte della guerra”. Il libro in realtà è un trattato di strategia su come si devono comportare lo stato e i suoi generali in tempi di guerra, applicando valori cinesi, però promovendo idee che, per il mondo occidentale, sono diventate valide in campi come il marketing, la negoziazione, la comunicazione, cioè nelle situazioni competitive. Ha continuato a influenzare le strategie militari, il governo degli Stati Uniti d’America includendolo nelle biblioteche delle singole unità, per la formazione continua del personale.


Sun Tzu si considera che è vissuto tra i secoli VI – V a.c. (o tra 400 – 320 a.c.) ed è stato un bravissimo militare, stratega e filosofo. Il libro è stato diffuso in un momento di crisi per il mondo cinese, quando i governi cambiavano, e ha avuto il ruolo di mantenere l’ordine in un momento di caos. Anche se il contenuto si considera opera dello stesso generale, si crede che in realtà il libro è stato scritto da quattro subalterni, che conoscevano da vicino gli insegnamenti del leggendario stratega.

L’idea centrale del libro è che la cosa più importante in una guerra è di vincere, e il vincitore sarà quello che pianificherà le sue battaglie in modo tale, da ottenere i migliori risultati nel tempo più breve e con un minimo di perdite, e la vittoria più gloriosa che si può ottenere è quella di vincere senza combattere, perche cosi si rispettano del tutto le condizioni iniziali: il tempo impiegato è minimo e le perdite umane non esistono. Anche le spie hanno un ruolo importante, perche ti permettono di conoscere i movimenti dell’avversario, allo stesso tempo offrendo a questo informazioni false sui tuoi movimenti. In una guerra, la cosa più importante è di essere imprevedibile e previdente.

Sun Tzu non promuove solo il coraggio, ma, soprattutto, la saggezza dei generali e dei loro ufficiali sul campo di battaglia, la loro capacità di allenare le truppe e di farle rispondere agli ordini. Gli ordini devono essere chiari, concisi, capiti da tutti, però il generale si terrà il diritto di non rispondere a tutti gli ordini ricevuti dal suo sovrano, se li considera non adatti per il suo esercito o per l’ottenimento della vittoria. Un generale che ordina il ritiro delle truppe non è considerato codardo, se ha avuto delle buone ragioni collegate alla strategia per prendere questa decisione.

Per scaricare il libro in formato PDF

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